La prima tappa sui Pirenei premia l’audacia del canadese Hugo Houle che arriva in solitaria sul traguardo di Foix dopo aver salutato la compagnia di altri 28 corridori in fuga. L’atleta della Isreael Premier Tech è arrivato con le braccia al cielo in ricordo del fratello scomparso 10 anni fa e con cui guardava il Tour da bambino. Pogacar ha provato ad insidiare la maglia gialla Vingegaard che ha resistito così come hanno fatto Thomas, Quintana e Gaudu. Hanno invece perso terreno Adam Yates e soprattutto Romain Bardet. Ora due tapponi pirenaici molto impegnativi dove Pogacar potrà ancora inventarsi qualcosa per insidiare il leader.
Pocagar ci prova giù sul Port de Lers
Prima tappa pirenaica, la più semplice delle tre, da Carcassone a Foix per 178 km. Frazione adatta ad una fuga e infatti in avanscoperta ci vanno ben 29 corridori. Questi: Brandon McNulty (UAE), Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), Simon Geschke (Cofidis), Simone Velasco (Astana), Nils Eekhoff (DSM), Mikkel Honorè (Quick Step), Tony Gallopin (Trek Segafredo), Dani Martinez (Ineos), Wout Van Aert e Nathan Van Hooydonck (Jumbo Visma), Hugo Houle e Michael Woods (Israel Premier Tech), Damiano Caruso e Dylan Teuns (Bahrain Victorious), Aleksandr Vlasov e Felix Grossschartner (Bora Hansgrohe), Matteo Jorgenson e Gorka Izagirre (Movistar), Maxime Bouet e Lukasz Owsian (Arkea Samsic), Neilson Powless e Stefan Bissegger (EF), Alexis Gougeard e Cyril Barthe (B&B Hotels), Tim Wellens e Philippe Gilbert (Lotto Soudal), Michael Storer, Olivier Le Gac e Valentin Madouas (Groupama FDJ).
Asperità importante con la Port de Lers dove Pogacar tenta lontanissimo dal traguardo, ma Vingegaard lo tallona sempre. Tra i fuggitivi fa il ritmo Damiano Caruso e tanti si staccano. Ma è sul Mur de Pegueres, con pendenze impossibili, a scaldarsi la situazione. Tra i battistrada va da solo Hugo Houle, al suo inseguimento Tony Gallopin che poco dopo viene ripreso e staccato da un gruppetto con Jorgenson e Woods. In difficoltà Caruso e anche Vlasov che aveva tentato il colpaccio per rientrare in classifica con la fuga che ha avuto anche 12 minuti di vantaggio.
Sul Mur de Pegueres Thomas scollina pochi metri dietro Vingegaard, Pogacar e Quintana
Rafal Majka fa un ritmo impressionante con Pogacar dietro, poi Vingegaard con Kuss e con loro Nairo Quintana. Gli altri non ce la fanno con Adam Yates e Geraint Thomas che si staccano di qualche metro ma rientrano quando insieme a David Gaudu. Bardet è uno di quelli più in difficoltà staccandosi già sul Port de Lers, poi riuscendo a rientrare in discesa. A Majka salta il cambio e deve aspettare l’ammiraglia. Allora a fare il ritmo ci si mette subito Sepp Kuss e alla sua ruota rimangono solo Vingegaard, Pogacar e Quintana. Loro quattro scollinano insieme, con Thomas bravissimo a pochi metri e dietro di lui Gaudu. Loro e Yates si riaccodano appena iniziata la discesa.
In discesa cade Jorgenson che con Woods stava cercando di andare a riprendere Houle. Il canadese non lo riprende più nessuno e arriva al traguardo dedicando la vittoria al fratello vittima di un incidente in bici 10 anni fa quando fu investito da un automobilista ubriaco. Secondo Madouas che negli ultimi metri aveva ripreso Woods e Jorgenson. Bene anche Vlasov che recupera nel finale e rientra in top ten nella generale. Vingegaard arriva al traguardo scortato da Van Aert e Kuss con Pogacar, Thomas, Quintana e Gaudu. Mentre arrivano attardati Adam Yates e soprattutto Bardet. Come era successo con Micheal Morkov nella tappa di domenica, anche Marc Soler ha dovuto affrontare la tappa staccato da tutti per problemi allo stomaco.
La classifica del Tour de France
1° Vingegaard, 2° Pogacar a 2’22”, 3° Thomas a 2’43”, 4° Quintana a 4’15”, 5° Gaudu a 5’24”, 6° Yates a 5’28”, 7° Meintjes a 5’46”, 8° Vlasov a 6’18”, 9° Bardet a 6’37”, 10° Pidcock a 10’11”, 11° Mas a 12’45”, 12° Lutsenko a 14’10”, 13° Powless a 18’02”, 14° Madouas a 22’20”, 15° Jungels a 26’06”.