Sì è tutto vero, Gianmarco Tamberi ha licenziato suo padre. Detta in questo modo può sembrare forte ma non è né più né meno di ciò che è realmente. Alla vigilia dei Mondiali di Atletica a Eugene, in Canada, il campione olimpico ha deciso che papà Marco non sarà più il suo allenatore. “Divergenze di vedute” dice Gimbo. Intanto nelle ultime settimane l’atteggiamento di Tamberi si è fatto sempre più nervoso, dalla lite con Fassinotti all’unico salto sui 2,30 metri riuscito in stagione. Per Halfshave è tempo di cambiare prendendo una decisione difficilissima.
A un anno dall’oro olimpico di Gianmarco Tamberi
Appena un’estate fa il rapporto tra Gianmarco Tamberi e il papà coach Marco era idilliaco. Gimbo si apprestava a partecipare con tante speranze allo Olimpiadi di Tokyo dove poi avrebbe vinto l’oro con Barshim. In questa stagione però i risultati sono stati abbastanza negativi. Tamberi una sola volta ha saltato 2,30 metri, misura che hanno superato ben 11 atleti nel 2022. Troppo poco per un oro olimpico che ha rischiato di perdere anche il titolo italiano con tanto di lite nervosa e mancata stretta di mano all’avversario Fassinotti.
La spiegazione di Gimbo
Le decisione Gianmarco Tamberi l’ha ampiamente spiegata: “È una decisione che stavo considerando da tempo perché in questi anni di collaborazione a grandi risultati si sono alternate altrettante grandi divergenze. Questa scelta, alla vigilia dei campionati del mondo, nasce dall’analisi della stagione fin qui disputata. Siamo ben al di sotto delle aspettative tecniche, c’è stato uno scambio di opinioni su cosa non stesse funzionando, è emersa una diversità di vedute. Non voglio in alcun modo compromettere la gara più importante dell’anno, insistendo su una strada che non ritengo giusta, e mangiarmi le mani a posteriori per non avere avuto il coraggio di prendere in mano la situazione”.
Gimbo non ha paura di questo cambiamento: “Gareggiare supervisionato da un altro allenatore non è un azzardo. Nella nostra disciplina il coach è essenziale in tutte le fasi di allenamento e programmazione, ma in gara sono gli automatismi e le sensazioni dell’atleta a essere i fattori determinanti”. Insomma, papà Marco ai Mondiali di Eugene non ci sarà, così come agli Europei e tanto meno alle Olimpiadi di Parigi 2024. Una decisione difficile da giudicare per chi è fuori, ma ancora più complicata se presa dal figlio. Un figlio che di fatto ha licenziato suo padre.