Il campionato di Serie A si è concluso da pochi giorni. C’è stato modo di incensare il Milan campione d’Italia o l’impresa salvezza della Salernitana di Davide Nicola. Ma chi sono le squadre che hanno deluso di più? Abbiamo stilato una flop five di questa stagione 2021/22 basandoci su rosa a disposizione, posizione e punti raggiunti e qualità di gioco.
5°) Venezia
Dalla neopromossa allenata da Paolo Zanetti non ci si poteva aspettare tanto, è vero. Però il mercato dei lagunari si è dimostrato confusionario e con troppe scommesse. Non solo quello estivo, ma anche e soprattutto quello invernale che doveva dare uno scossone. A gennaio è arrivato un Nani non proprio in forma e altri oggetti del mistero come Ullman, Cuisance e Nsame. Troppo poco per poter pensare di rimanere in Serie A.
L’ultimo posto è stata una conseguenza non troppo inaspettata. Merito comunque per aver onorato il campionato fino alla fine mettendo il bastone tra le ruote a Roma e Cagliari. Troppe scommesse: Ebuehi, Don Peretz, Schnegg, Ampadu, Okereke, Henry, Tessmann, Sigurdsson. E troppe poche di queste vinte.
4°) Sampdoria
I blucerchiati con in panchina Roberto D’Aversa hanno fatto fatica ad ingranare, ma con Marco Giampaolo hanno fatto anche peggio. Fare 36 punti in Serie A di solito significa retrocessione. Quest’anno la quota si è abbassata, ma la salvezza non può bastare ad una Sampdoria che può tranquillamente raggiungere circa 50 punti. Davanti saranno anche ‘vecchietti’ ma Quagliarella, Caputo e anche Candreva e Gabbiadini rappresentano una certezza che poche squadre si possono permettere.
Senza dimenticare che veste il blucerchiato anche uno dei grandi protagonisti di Euro 2020: Mikkel Damsgaard. Gli arrivi a gennaio di Sensi, Conti e Giovinco tra gli altri non hanno risollevato le sorti di una squadra che ha faticato sempre a imporre il proprio gioco. Note di merito per i portieri Audero e Falcone che si sono contesi il posto a suon di parate e per il difensore Omar Colley autore di un’altra ottima stagione.
3°) Genoa
Il Grifone torna in Serie B dopo 16 anni proprio nell’anno del cambio di proprietà. Il passaggio di consegne tra Enrico Preziosi e il fondo americano 777 Partners ha ridato entusiasmo al tifo rossoblù, ma non ha pagato in termini di risultati. Il campionato lo ha iniziato Davide Ballardini in panchina che è riuscito a farsi mandar via da Genova per la quarta volta. Al suo posto Shevchenko che in 9 giornate non è riuscito a trasmettere il proprio istinto da bomber viste le soli 3 reti segnate.
Alla giornata numero 23 è arrivato il tedesco Blessin dall’Ostenda ma se qualche miglioramento c’è stato è stato troppo poco. D’altra parte il Genoa ha vinto solamente 4 partite: due contro il Cagliari, con il Torino e con la Juventus. Il mercato di gennaio, il primo della nuova proprietà, ha portato troppo giocatori senza esperienza in Serie A. Hefti, Ostigard, Yeboah, Amiri, Frendrup e Gudmundsson non hanno avuto il tempo di fare la differenza. Il popolo genoano si è dimostrato molto vicino alla propria squadra, speriamo che la dirigenza ora si rimbocchi le maniche e riporti il Grifone dove merita.
2°) Juventus
13 punti in meno della Juve di Sarri, 8 in meno di quella di Pirlo, nessun titolo portato a casa dopo oltre un decennio di successi. Sono questi solo alcuni dei numeri impietosi della Juventus di Massimiliano Allegri. Gli alibi sono veramente pochi ed è difficile appellarsi a un centrocampo non all’altezza visto il valore generale della Serie A. Giocatori come Arthur, Rabiot e Alex Sandro massacrati anche mediaticamente nonostante nelle rispettive nazionali siano spesso titolari. E stiamo parlando di Francia e Brasile.
Morata e Dybala a sgomitare più a centrocampo che a guardare la porta avversaria. Vlahovic preso a gennaio per 75 milioni di euro che dopo un po’ di entusiasmo nelle prime partite è sparito anche lui lontano dalla porta e dal gioco. Juve eliminata in Champions dal Villareal con uno 0-3 subito allo Stadium e umiliata nei gironi dal Chelsea. Supercoppa e Coppa Italia perse contro l’Inter.
La Juventus ha una rosa di tutto rispetto, occorrerà fare qualcosa di importante per rilanciare le ambizioni dei bianconeri. Potrebbero non bastare altri acquisti altisonanti, servirà giocare le partite. In più di un’occasione la Juve non ha tirato nemmeno una volta in porta nell’arco dei 90 minuti e questo non fa onore alla sua storia.
1°) Cagliari
Se c’è una squadra e soprattutto una società che poteva sbagliare tutto ciò che si poteva sbagliare, quella è il Cagliari. I sardi sono retrocessi con 30 punti, gettando al vento occasioni su occasioni per portarsi fuori dalla lotta retrocessione. Leonardo Semplici, autore della cavalcata salvezza della stagione precedente, è stato esonerato dopo appena 3 giornate dal presidente Tommaso Giulini. Walter Mazzarri è riuscito in parte a ridare gioco e punti ai sardi.
A gennaio poi l’epurazione di Godin e Caceres considerati nocivi per lo spogliatoio. Come se due campioni e giocatori esperti del loro calibro potessero minare l’ambiente. Gli uruguaiani sono stati visti come portatori di tutti i mali. La verità si è dimostrata un’altra. Il Cagliari nelle ultime 11 partite ne ha perse 8, pareggiate due e vinta solo una. Anche nell’ultima giornata, visto il blackout della Salernitana, gli uomini in quel momento allenati da Alessandro Agostini hanno buttato l’occasione andando a pareggiare 0-0 contro il Venezia retrocesso.
Il colpo del mercato estivo, Kevin Strootman, è potuto essere della partita solamente in 10 occasioni. Così come l’infortunio di Marko Rog è stato limitante. Comunque la rosa del Cagliari poteva ad inizio stagione ambire anche a un 10° posto. Joao Pedro, Keita Baldé, Dalbert, Cragno, Marin, Nandez, Pavoletti: questi sono alcuni dei nomi di giocatori che squadre come Spezia, Salernitana o Empoli (tutte salve) farebbero carte false per avere.
Il Cagliari dovrà provare a tornare subito nella massima serie, ma servirà un cambio di mentalità a livello dirigenziale perché questa stagione per i sardi è stata fallimentare dall’inizio alla fine.