Come si fa a non chiamarla impresa? Dopo lo 0-3 in casa del Sassuolo, il Milan ha vinto il suo 19° Scudetto e va bene la storia, va bene che di giocatori bravi in rosa ce ne sono, ma chi dava i rossoneri tra le favorite per il successo finale? Una vittoria meritata frutto del grande lavoro del tecnico Stefano Pioli, di una squadra fatta di almeno 20 titolari (alcuni inaspettati) e una rosa sapientemente costruita dal Direttore dell’Area Tecnica, Paolo Maldini e anche da chi viene citato meno, ma che nella semi-ombra fa la differenza: il Direttore Sportivo Frederic Massara.
Campioni con merito e non per demerito delle altre
Gli 86 punti con cui i rossoneri hanno ottenuto il primo posto non sono pochi, sono esattamente gli stessi con cui Real Madrid e Paris Saint Germain hanno vinto i rispettivi campionati. Chi parla solo dell’harakiri dell’Inter a Bologna tralascia sulla strada troppi avvenimenti. Il Milan è stata la squadra più costante, quella che dopo ogni intoppo ha saputo rialzarsi più velocemente.
L’Inter non ha perso il campionato a Bologna, ma ben prima, quando tra la 24ª e la 30ª giornata quando ha ottenuto una sola vittoria (contro la Salernitana) in sette partite. La squadra di Inzaghi ha giocato un gran calcio per buona parte della stagione ma si è persa sul più bello, il Milan no. I rossoneri hanno avuto le loro battute d’arresto: il pari con la Salernitana, la sciagurata sconfitta contro lo Spezia a causa del noto episodio con protagonista l’arbitro Serra, ma si sono sempre ricomposti immediatamente.
E quando l’Inter è caduta a Bologna, il Milan doveva affrontare ancora Fiorentina, Verona, Atalanta e Sassuolo. Chi le considera squadre di poco conto non le ha mai viste giocare. Eppure i ragazzi di Pioli hanno superato uno ad uno ogni esame. Nel frattempo che il Napoli buttava via occasioni, che la Juventus faticava a calciare in porta, che l’Atalanta a metà stagione doveva rinunciare all’infortunato Zapata, al partente Gosens e all’indisponibile Ilicic salutando le zone alte della classifica, il Milan non ha perso un colpo.
Dentro la rosa del Milan campione d’Italia
La difficoltà di trovare un uomo simbolo di questa squadra certifica quanto sia stato importante il gruppo. Certo Theo Hernandez è un campione, Rafael Leao ha fatto una stagione pazzesca e Maignan è stato per distacco il miglior portiere della Serie A. Ma se a inizio stagione avessimo vagliato la rosa del Milan avremo trovato diversi punti deboli. A partire dalla difesa che invece è stata un punto di forza.
Maignan aveva certamente fatto bene a Lilla, ma chi poteva aspettarsi che non avrebbe fatto assolutamente rimpiangere l’eroe di Euro 2020 Gigio Donnarumma? Al centro della difesa Kjaer è stato indisponibile per tutta la seconda parte del campionato, Romagnoli da tempo aveva le valigie in mano. Ma ecco spuntare un Tomori gigantesco e quando nemmeno l’ex Chelsea è stato disponibile ricordate chi ha giocato? La coppia Kalulu-Gabbia ha fatto bene ugualmente.
È stata la miglior stagione di Davide Calabria e di Ismael Bennacer. Al centro del campo il professor Kessié ha dispensato calcio nella prima parte di stagione, poi dopo il mancato rinnovo le sue prestazioni si sono abbassate di livello ma contemporaneamente si sono alzate quelle di Sandro Tonali, con l’ivoriano comunque tornato grande nel finale. Là davanti Ibrahimovic è stato fondamentale negli sprazzi di campo che si è potuto ritagliare e ancor più fuori dal terreno di gioco. Giroud in certe partite ha toccato palla solo per metterla dentro. La coppia d’attacco più vecchia della Serie A, ma proprio una delle più esperte che si possano ricordare in assoluto. Eppure tutto questo è stato orchestrato perfettamente dal maestro Pioli, perché ora sì, lui ora possiamo chiamarlo maestro a differenza di alcuni a cui questo status è stato affibbiato troppo presto e immeritatamente.