Con il 53,4% dei voti l’ex calciatore Damiano Tommasi è stato eletto sindaco di Verona. Indipendente, sostenuto dal PD, al ballottaggio ha battuto il primo cittadino uscente Federico Sboarina. Tommasi con la maglia della Roma ha vinto lo Scudetto del 2001 ed ha anche partecipato ai Mondiali di calcio del 2002 in Corea e Giappone con la maglia della Nazionale Italiana. Già da giocatore si era contraddistinto per la lealtà e la correttezza sportiva vincendo diversi premi. Da 2011 al 2020 è stato Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori.
Battuto il sindaco uscente Sboarina al ballottaggio
L’ex centrocampista Damiano Tommasi è il nuovo sindaco di Verona. Ha vinto il ballottaggio contro l’uscente Federico Sboarina grazie al 53,4% dei voti. La città dell’Arena è tornata così in mano al centrosinistra dopo 15 anni. Tommasi si è candidato da Indipendente ma sostenuto da una coalizione comprendente il PD, il Movimento Cinque Stelle, +Europa, Europa Verde ad altre liste. Tommasi ha preso circa 7000 voti in più rispetto al primo turno, Sboarina circa 8000. Il sindaco uscente era appoggiato da Fratelli d’Italia e dalla Lega, ma non da Forza Italia che aveva sostenuto Flavio Tosi, primo cittadino dal 2007 al 2017.
Gli inizi nella provincia di Verona e lo Scudetto con la Roma
Chi fa il centrocampista centrale deve avere una mentalità speciale. È colui che detta i tempi alla squadra, che gioca nell’attesa di servire al compagno il passaggio giusto, il metronomo del gioco. Damiano Tommasi, nato a Negrar in provincia di Verona nel 1974, era un giocatore di questo tipo. Anche se il tuo allenatore ai tempi della Roma, Fabio Capello, lo definì un centrocampista centrale atipico. Cresciuto nelle squadre locali del Negrar e San Zeno, Tommasi passa alle giovanili del Verona. Con gli scaligeri debutta in Prima squadra in Serie B. Tre buone stagioni che gli valgono la chiamata della Roma nel 1996.
Nella capitale Tommasi ci rimane per 10 anni vincendo una Supercoppa Italiana, ma soprattutto lo Scudetto della stagione 2000/2001. In quell’occasione Fabio Capello lo definì come il giocatore più importante di quell’impresa, più di Totti, Montella e Batistuta. A cavallo tra gli anni ’90 e i primi 2000 collezionò 25 presenze con la Nazionale Italiana. In azzurro si ricorda l’inesistente fuorigioco fischiatogli dall’arbitro Byron Moreno nel maledetto ottavo di finale contro la Corea del Sud nel 2002.

Damiano Tommasi: il primo italiano in Cina e il ritorno in Europa a 41 anni
La sua carriera subì un notevole cambiamento a 30 anni, quando in un contrasto durante un’amichevole contro lo Stoke City si ruppe crociato anteriore, crociato superiore, i due menischi, il collaterale mediale interno ed esterno e un’infrazione dei condili e del piatto tibiale. Tornò in qualche apparizione con la Roma che lasciò nel 2006. La nuova avventura fu in Spagna a Valencia con la maglia del Levante. Qui Tommasi tornò a buoni livelli diventando leader della squadra, ma un infortunio lo bloccò di nuovo.

Nel 2008 è andato a giocare in Inghilterra con i Queen’s Park Rangers, squadra al tempo di proprietà di Flavio Briatore. Dopodiché fu il primo italiano ad andare a giocare nel campionato cinese vestendo la maglia del Tianjin Teda. Terminò l’avventura nel calcio professionistico facendo ancora qualche apparizione con i dilettanti del Sant’Anna d’Alfaedo dove giocavano anche i suoi due fratelli. A 41 anni è stato tesserato anche per i sanmarinesi de La Fiorita con cui ha disputato i preliminari di Europa League contro il Vaduz.
Presidenza dell’AIC e i premi per la correttezza sportiva
Già da calciatore si era distinto per il Fair Play e la correttezza sportiva, tanto da essere premiato nel 2001 con il premio nazionale ‘Altopallone’ e nel 2002 riceve anche il premio ‘Tor Vergata – Etica nello sport’ dall’Università della Sapienza. Nel 2011 è diventato il presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori) che si occupa di tutelare i giocatori. L’inizio della carriera politica non è parsa poi così strana, ma un successo subito così importante in una città a forte trazione di destra era difficilmente immaginabile.