Quarant’anni dalla vittoria della Nazionale Italiana ai Mondiali di Spagna 1982. Quarant’anni dalla partita a scopone tra Zoff, il presidente Pertini, Bearzot e il Barone Causio. Quarant’anni da una prima fase da dimenticare, da Camerun, Perù e Polonia che ci inchiodano con il pareggio. Quarant’anni da una seconda fase impossibile contro il Brasile più forte di sempre e l’Argentina campione del Mondo in carica. Quarant’anni da ‘perché Paolo Rossi al mondiale e Pruzzo a casa?’. Quarant’anni dall’urlo di Tardelli.
Bearzot chi hai convocato? Segnano da tutto il mondo tranne lui
Questi sono solo alcuni dei fotogrammi che ci ha regalato una spedizione storica. Quella del nostro terzo Mondiale vinto dopo quelli del 1934 e del 1938. Un viaggio che era partito nel peggiore del modi con l’ombra del calcioscommesse e del Totonero. Con le polemiche per la mancata convocazione del capocannoniere delle Serie A, Roberto Pruzzo. Il CT Enzo Bearzot decise invece di portare Spadino Selvaggi e un Paolo Rossi che causa squalifica aveva disputato tre partite negli ultimi due anni.
In Spagna gli azzurri avevano pescato un girone abbordabile. C’era dentro la temibile Polonia, ma la presenza di Perù e Camerun ci aveva comunque fatto sperare in qualcosa di semplice. D’altra parte passavano le prime due. Con la Polonia la prima partita non si sblocca. Va bene così, 0-0 e si guarda avanti. Contro il Perù segna velocemente Bruno Conti e si tira un sospiro di sollievo. Un po’ troppo poco perché un certo Ruben Diaz dello Sporting Cristal ci castiga al minuto 83.
Con il Camerun serve la vittoria. Si fatica, ma dopo un’ora Ciccio Graziani la mette dentro. Palla al centro, un giro di orologio e Gregoire M’bia ci fa male. Lui che giocava in una squadra della capitale camerunense. Sarà il primo gol del Camerun in una fase finale di un mondiale. Gli africani hanno pareggiato 0-0 le prime due partite e meno male, così grazie al gol in più passiamo noi per grazia divina.
Scusa Bearzot, avevi ragione tu
Il secondo posto però ci lancia direttamente nel girone dell’inferno più torbido che ci sia. Contro il Brasile più forte di tutti i tempi, contro l’Argentina campione in carica. E ne passa solo una in semifinale. Forse facciamo prima a tornarcene a casa, a salvare la faccia. Tardelli e Cabrini non sono d’accordo e puniscono l’Argentina. Daniel Passarella risponde ma è troppo tardi. Ci giochiamo tutto con il Brasile, dobbiamo vincere. Impossibile ma almeno contro l’albiceleste abbiamo salvato la faccia in questo mondiale.
Quattro partite e neanche un gol di quello lì davanti. Servirebbe da matti uno come Pruzzo là davanti. Invece Bearzot ha convocato quell’altro. Così come contro l’Argentina anche contro il Brasile si gioca a Barcellona. L’arbitro israeliano Klein molti anni più tardi rivelerà di aver detto ai suoi assistenti che gli azzurri non avevano alcuna possibilità. Intanto passano 5 minuti e quello là ha segnato. 1-0 di Paolo Rossi. Sì, va beh ora aspetta il Brasile. Pareggia Socrates è finita. Ha segnato ancora quello là? Davvero? 2-1 di Paolo Rossi. Nella ripresa ci si comincia a credere poi uno che è di casa a Roma ci risveglia. 2-2 di Falcao. Basta, basta chiamare quello là, ‘quello là’. Non lo decidiamo noi, lo decide lui che ne fa un altro e manda i brasiliani a casa e noi in finale. 3-2 di Paolo Rossi.
Quarant’anni dalla notte del Bernabeu
Rimaniamo a Barcellona che torna la Polonia. Era un gigante ai gironi, ora i giganti siamo noi. Paolo Rossi nel primo tempo, Paolo Rossi nel secondo tempo. 2-0 andiamo in finale. Ci spostiamo a Madrid che ci sono i tedeschi. Loro sì che sanno come si fa a vincere. Cabrini no! Non si sbaglia il rigore in una finale mondiale. Dobbiamo riprenderci. Ci siamo già ripresi, siamo già nella ripresa. Ma di nuovo? Ha segnato di nuovo lui? Quanti ne ha fatti in tre partite? Ah è il sesto. Tardelli che precisione, urla per noi. Pure Spillo Altobelli segna. Sì Breitner, un gol puoi farlo anche te, per le statistiche va bene così. Il Bernabeu è nostro. Quarant’anni da tutto questo.