Con grande coraggio la nuotatrice canadese Mary-Sophie Harvey ha denunciato di essere stata drogata dopo i Mondiali di Budapest. La 22enne attraverso un lungo post su Instagram ha rivelato di avere un vuoto di circa 4-6 ore in cui non ricorda nulla e di essersi svegliata con diversi lividi sul corpo. Gli esami medici hanno evidenziato una piccola commozione cerebrale e una costola incrinata. La Federazione Internazionale di Nuoto ha aperto un’inchiesta sull’accaduta.
Mary-Sophie Harvey è una nuotatrice canadese che agli ultimo Mondiali di Budapest ha raggiunto la sua prima finale iridata nei 200 metri misti chiusi all’ottavo posto. La Harvey ha anche gareggiato in batteria nella staffetta 4×200 stile libero che ha visto poi le canadesi aggiudicarsi il bronzo. La seguente festa di fine Mondiali ha portato con sé un grosso carico di orrore. La nuotatrice ha dichiarato di essere stata drogata e di non ricordarsi nulla di circa 4/6 ore.
Il lungo posto su Instagram di Mary-Sophie Harvey
La denuncia è arrivata attraverso un lungo post Instagram: “Ho discusso a lungo se dovessi o se non dovessi pubblicare nulla. Ma sono sempre stata trasparente con voi e queste situazioni purtroppo accadono troppe volte perché io stia in silenzio. L’ultima notte dei Mondiali, sono stato . All’epoca non ero consapevole di cosa fosse dentro di me, ricordo solo di essermi svegliata la mattina dopo completamente persa, con il nostro team manager e il medico al mio capezzale. Ricordo di aver festeggiato la mia competizione, essendo consapevole del mio prossimo obiettivo, che sono i Giochi del Commonwealth. Ma da allora non ricordo nulla. C’è questa finestra da quattro a sei ore in cui non riesco a ricordare una singola cosa. Ho sentito frammenti da parte di persone e ho anche sperimentato il giudizio. L’unica cosa che posso dire è questa: non mi sono mai vergognata maggiormente”.

Il racconto della Harvey poi continua: “Il giorno dopo sono tornata a casa e ho cenato con la mia famiglia. Ricordo che mia madre diceva: ‘Sembri diversa’. Non sapeva che anch’io mi sentivo così. Sembrava che il corpo in cui mi trovavo non fosse mio (sembra ancora così). Sono tornata a casa e ho trovato una dozzina di lividi sul mio corpo. Alcuni dei miei amici mi hanno detto in seguito che si erano dovuti prendere cura di me mentre ero priva di sensi e probabilmente questo ha spiegato il perché.
Non mi ha fatto sentire meglio. Ho chiamato una delle mie buone amiche sapendo che sua madre era una dottoressa, così potevano guidarmi un po’. Alla fine sono andata in ospedale, dove ho incontrato medici e psicologi. Mi hanno fatto esami e trattato nel miglior modo possibile. Hanno detto che succede più spesso di quanto pensiamo e che in un certo senso sono stato fortunata a uscirne con costola incrinata e una piccola commozione cerebrale. Mi ha aiutato a curare alcune delle paure che avevo ma purtroppo non tutte”.
La Federazione ha aperto un’inchiesta
Il posti di Mary-Sophie Harvey è poi continuato sottolineando quanto questi episodi siano frequenti. La nuotatrice canadese ha avuto il coraggio di denunciare. Intanto la Federazione Internazionale nuoto ha aperto un’inchiesta per far luce sulla vicenda. Se neanche un’atleta all’interno di un evento mondiale può sentirsi al sicuro, le cose non stanno andando molto bene. Nella speranza che i colpevoli vengano individuati, il coraggio della Harvey deve essere da spinta sia per le persone che non se la sentono di denunciare, sia per quelle che sono chiamate a prendere provvedimenti.