È tempo di terza settimana del Giro d’Italia, quella finale, quella decisiva. E dopo il lunedì di riposo si riparte con un arrivo ormai storico per la corsa in rosa, quello sull’Aprica. Il leader della classifica Richard Carapaz sarà chiamato ad una prova di carattere per mettere ulteriori secondi tra sé e i suoi diretti avversari per la classifica finale. E l’ecuadoregno non ha dubbi su quali essi siano: Jay Hindley, Joao Almeida e Mikel Landa, coloro che tra l’altro occupano le posizioni dal secondo al quarto posto della generale e sono racchiusi in appena un minuto. Attenzione però, questo lo aggiungiamo noi, ai due ‘vecchietti’ italiani Domenico Pozzovivo e Vincenzo Nibali autori di due prime settimane ottime e rispettivamente quinto e ottavo della generale.
La prima volta sull’Aprica
L’Aprica è un piccolo comune in provincia di Sondrio che dà il nome anche all’omonimo passo che mette in comunicazione la Val Camonica alla Valtellina. Dal 1990 è uno degli arrivi più gettonati del Giro d’Italia, ma la prima volta della corsa rosa sull’Aprica risale al 1962 quando a vincere la tappa fu Vittorio Adorni.
L’Aprica negli anni ‘90
Per ben 5 volte il passo valtellinese è stato arrivo del Giro negli anni ’90. Nel Giro del 1990, vinto da Gianni Bugno, nella tappa sull’Aprica si impose il venezuelano Leonardo Sierra. L’anno successivo Franco Chioccioli diede la zampata decisiva verso la conquista del suo primo e unico Giro d’Italia. Nel 1994 ci fu uno dei primi acuti di Marco Pantani, nel 1996 quello di Ivan Gotti (che il Giro lo vincerà ma nel 1997 e nel 1999) e nel ’99 quello dello spagnolo Roberto Heras.
Anni 2000 e lo screzio Basso-Simoni
Nel 2006, dopo sette anni dall’ultima volta, il Giro tornò ad arrivare sull’Aprica in una corsa dominata in lungo e in largo da Ivan Basso. Vinse anche in quella tappa anche se rimane impressa la frase di Gilberto Simoni, suo grande avversario e terzo in quel Giro. “Vuoi che diciamo anche la cifra?” con questa espressione Simoni si rivolse a Basso davanti alle telecamere denunciando il fatto che il varesino durante la corsa gli avrebbe offerto dei soldi in cambio della vittoria di tappa. Simoni il giorno dopo ritrattò, dicendo di essersi inventato tutto. Sull’Aprica vinse poi anche Michele Scarponi nel 2010 e Mikel Landa nel 2015.
I favoriti di oggi
Quando la strada comincia a salire non si può non inserire Richard Carapaz tra i favoriti. Attenzione però a Landa visto che qua ha già vinto sette anni fa, ma anche a un Hindley in costante crescita. Joao Almeida non ha la brillantezza e lo scatto decisivo nelle gambe, ma è certo che la costanza sia il suo punto di forza e farà di tutto per rimanere con i migliori. Per l’Italia le speranze sono rivolte a Pozzovivo e Nibali, ma anche in Ciccone (vincitore della tappa di Cogne domenica) e Fortunato con magari una fuga da lontano che non è da escludere. Possibilità anche per un Simon Yates ormai fuori classifica o per un attardato Alejandro Valverde che potrebbero essere meno controllati dagli uomini di classifica.
I 200 km della 16ª tappa Salò-Aprica emetteranno la loro sentenza. Anche perché tra le asperità da scalare c’è il Mortirolo, considerata una delle tre ascese più difficili d’Europa insieme allo Zoncolan e all’Angliru in Spagna.