Il 16 giugno 1942 nasceva a Brescia Giacomo Agostini. Il motociclista più vincente e titolato della storia compie 80 anni. Una carriera d’altri tempi nata sulle strade sterrate intorno al Lago D’Iseo a bordo del suo Aquilotto diventato leggenda. Le statistiche di Ago sono incredibili e rileggerle oggi metto ancora di più i brividi. 190 gare disputate e 123 vinte con 162 podi. Come a dire, quando non era costretto al ritiro la vittoria era assicurata. Il tutto contornato da 15 titoli iridati.
Gli esordi sul Lago d’Iseo e con la Moto Morini
Giacomo Agostini con i suoi genitori abitava a Lovere, in provincia di Bergamo. A bordo della sua motocicletta Aquilotto già a 9 anni si cimentava in gare clandestine con i suoi amici o anche ad alcune gare di gincana nel territorio. Le piste erano le strade sterrate della provincia e intorno al Lago d’Iseo. L’esordio alle corse ufficiali invece fu un puro caso del destino. Il papà non era d’accordo, lui insisteva. Alla fine il genitore chiese consiglio al notaio di famiglia il quale, capendo bicicletta al posto di motocicletta, lo esortò ad avvicinare il figlio allo sport.
La prima moto scelta da Giacomo Agostini fu la Morini. La prima corsa una Trento-Bodone in salita che chiuse secondo alle spalle dello ‘scoiattolo della montagna’ Attilio Damiani. Ma fu una gara del 27 maggio 1962 a cambiargli la vita. Vinse infatti la Bologna-San Luca sotto lo sguardo di Alfonso Morini che ben sapendo della scarsità del mezzo a disposizione di Agostini ne riconobbe l’innato talento. Con la Moto Morini Ago rimase due anni esordendo in 250 e raggiungendo anche il quarto posto a Monza.

Giacomo Agostini imbattibile con la sua MV Augusta
L’impossibilità di vincere spinse Agostini verso la MV Augusta che gli offrì un contratto per correre sia nella 350 che nella classe 500. L’impatto fu devastante. Agostini vinse il mondiale 350 ininterrottamente dal 1968 al 1974 e quello 500 dal 1966 al 1972 e poi ancora nel 1975 (le ultime vittorie ottenute con la Yamaha). Il ragazzo di Lovere divenne uomo, divenne campione e infine leggenda.
Una delle gare dove Agostini vinse di più fu il Tourist Trophy dell’Isola di Man. In Britannia nel 1972 perse la vita l’amico Gilberto Parlotti e Agostini criticò duramente la federazione e la sicurezza della pista dichiarando che non ci avrebbe corso mai più. Ma il TT era l’evento più seguito e con più sponsor per cui la reazione nei suoi confronti fu brutale. Agostini fu però inamovibile e non corse più sull’Isola di Man neanche quando i punti in palio avrebbero significato vincere il titolo. Altri piloti poi seguirono il suo esempio.
Il giorno in cui Ago non si fece mangiare da Kenny Roberts
Un altro aneddoto particolare riguarda la 200 miglia di Daytona in cui Ago decise di cimentarsi nel 1974. La stampa statunitense lo massacrò, prendendolo in giro con nomignoli irrisori non considerandolo in grado di competere con i piloti di casa. L’idolo locale, Kenny Roberts, disse: “Agostini non conosce il circuito e non conosce la moto, me lo mangerò crudo”. Agostini vinse con grande distacco su Roberts che alla fine sentenziò: “Non posso credere che Agostini sia un essere umano”. Agostini provò a gareggiare anche con le automobili e poi intraprese la carriera da direttore sportivo. Per tutti rimane il mito della moto, per tutti rimane Ago.