Una serata speciale che l’azienda Ferrino ha regalato alla città di Torino. L’alpinista basco Alex Txikon è stato ospite presso l’Arsenale della Pace di Torino dove ha incontrato tantissimi appassionati di montagna. Con lui il giornalista Gian Luca Gasca e Luca Calvi che si è occupato della traduzione. È stato un momento per riscoprire il vero amore per la montagna non solo inteso come il raggiungimento della cima. Txikon nel 2016 ha scalato la prima invernale del Nanga Parbat, impresa da cui è nato il libro ‘La montagna nuda’ edito da Solferino.
Alex Txikon e il suo modo di vivere la montagna
Per i suoi 150 anni Ferrino, azienda leader nell’attrezzatura e nell’abbigliamento per la montagna, ha voluto fare un regalo alla sua città. In collaborazione con il Museo della Montagna ha organizzato una serata presso l’Arsenale della Pace con ospite uno degli alpinisti più importanti nel panorama mondiale: il basco Alex Txikon. Il 40 enne di Lemoa ha scalato 11 dei 14 ottomila presenti sulla Terra, l’ultimo dei quali nel 2016 con la prima salita invernale del Nanga Parbat con Simone Moro, Ali Sadpara e Tamara Lunger.
Ma al di là delle grandi imprese in Himalaya e Karakorum, Alex Txikon ha raccontato ai presenti dei suoi inizi e dei valori che la montagna dovrebbe trasmettere. Un amore nato proprio nel sua paesino, Leoma, situato tra San Sebastian e Bilbao. Un agglomerato di circa 3000 abitanti dove ben 800 di loro sono iscritti al corrispettivo del nostro CAI. Txikon arriva da una famiglia numerosissima di cui è il tredicesimo ed ultimo figlio. L’essere il più piccolino lo ha aiutato, come da sua stessa ammissione, a rimanere con i piedi per terra.
Gli inizi ed i progetti solidali
A questo proposito ha citato il libro ’Diciotto castagne’ di Mario Curnis: “Mi ritrovo in tante cose descritte da Curnis. Lui era l’ultimo di otto fratelli e quando andavano in montagna sua mamma dava a lui diciotto castagne. Più i fratelli erano grandi e più castagne dava, così da arrivare alle 25 castagne al più grande. L’essere il fratello minore ha aiutato anche a me e restare ancorato alle cose che contano”.
Txikon ha raggiunto 11 ottomila, ma le cose che lo rendono davvero felice sono altre: “La vetta per me è solo l’1% della spedizione. Quello che amo è stare a spalare la neve tutto il giorno e a trovare progetti che possano aiutare le popolazioni locali”. A questo proposito il basco racconta: “Al Nanga Parbat ho aderito ad un progetto fotovoltaico per dare energia a quei luoghi sotto la montagna. Sono stato nella scuola intitolata a Gunther Messner. Lì sono venuto in contatto con un signore che nel 1970 aiutò Reinhold a scendere dalla montagna dopo la perdita del fratello. Sono stati momenti molto emozionanti”.
Alex Txikon, un’alpinista sempre allegro
A differenza di molti alpinisti, il carattere di Txikon è molto aperto, gioioso e divertente. La sua passione da giovane lo ha portato a fare dei viaggi assurdi: “Una volta con un amico ho preso la mia auto scassata – racconta Txikon – siamo partita da Lemoa e siamo andati in Tibet, abbiamo scalato lo Shisha Pangma e siamo tornati”.
E pensare che il basco sarebbe potuto diventare un calciatore, visto che è stato lo sport che ha praticato con continuità da ragazzino. Ma il richiamo della montagna è stato troppo forte anche se di momenti difficili ce ne sono stati. “Nel 2015 se avessi preso altre decisioni forse Daniele Nardi sarebbe ancora tra noi”. Il riferimento è al tentativo di scalata del Nanga Parbat non riuscito con Nardi che poi perse la vita proprio sul Nanga Parbat tentando la salita dallo sperone Mummery.
Di amici Alex Txikon ne ha persi tanti. Ma l’unica cosa che abbiamo è la vita: “L’82% degli incidenti in montagna è dovuto ad errori umani – racconta Txikon -. Per questo bisogna prepararsi al meglio e non pensare solo alla vetta da raggiungere. Ho rispetto per tutti gli alpinisti, ma per me l’alpinismo è vivere la montagna, aprire nuove strade. Non percorrere solo quelle già tracciate, altrimenti questo diventerebbe un trekking d’alta quota”.
Una bella sorpresa al Museo della Montagna
Ciò che Txikon ha lasciato al pubblico torinese è una sensazione di grande libertà e anche di determinazione e gioia di vivere. La serata è stata presentata in collaborazione con il Museo della Montagna e in questi giorni sarà possibile vedere una delle tende Ferrino che il basco ha utilizzato nelle recenti spedizioni e che sarà esposta in maniera temporanea in attesa di una sistemazione definitiva.