Il nuovo primo portiere del Toro sembrava poter essere Gabriel, mentre nelle ultime ore il nome più quotato è quello di Dragowski. Entrambi però non scaldano il cuore dei tifosi. Il tutto in un mercato che offrirebbe buoni estremi difensori italiani come Cragno, Carnesecchi e Vicario, tutti però destinati ad altri lidi. Questo riporta a galla un problema che il Torino vive in maniera più o meno sistematica dal 2005. Da quando Urbano Cairo è presidente, i granata solo in due occasioni hanno avuto totale fiducia nei loro portieri.
In principio fu Angelo Pagotto
Il rapporto tra Urbano Cairo e i portieri non deve essere dei migliori. Non Cragno, non Vicario, non Carnesecchi. I granata per il dopo Milinkovic-Savic stanno pensando a Gabriel e Dragowski da affiancare a Berisha. Il brasiliano, 29 anni, in Serie B si è sempre fatto valere, ottenendo promozioni da protagonista con Carpi, Empoli e Lecce. In Serie A ha sempre faticato ad imporsi. Il polacco nell’ultimo anno a Firenze ha combinato qualche disastro quando chiamato in causa a sostituire Terracciano. Due nomi che non scaldano il cuore dei tifosi granata.
La porta del Torino è stata difesa nel corso della storia da grandissimi portieri. Da Valerio Bacigalupo a Luciano Castellini, da Lido Vieri a Luca Marchegiani fino a Luca Bucci nel pre fallimento. Nel 2005 con l’acquisto da parte di Urbano Cairo qualcosa è cambiato in questo ruolo per i granata. Il primo portiere dell’era Cairo è stato Alberto Maria Fontana, unico giocatore insieme a Tommaso Vailatti a rimanere fedele al Toro nonostante il fallimento e l’incertezza nel 2005. Il primo portiere designato però fu Angelo Pagotto. Colui che nell’Under 21 ai Giochi del Mediterraneo anni prima aveva relegato in panchina un certo Gigi Buffon. Fu acquistato con il benestare dei lodisti, ma non giocò mai. Cairo prelevò l’esperto Massimo Taibi dall’Atalanta.

Cairo e i portieri: l’anno di Bassi, Morello e Rubinho
Il primo anno di Cairo presidente si concluse con la promozione in Serie A dopo i playoff e Massimo Taibi fu comunque tra i protagonisti di quell’annata così particolare iniziata dalle ceneri del vecchio Torino Calcio. Taibi venne confermato l’anno dopo in Serie A, ma come titolare venne scelto Christian Abbiati. Fu probabilmente l’anno più buio del portiere ex Milan, non abituato ai ritmi di una squadra in lotta per la salvezza e commise tanti errori.
Nel 2007/2008 il Torino ingaggiò Matteo Sereni che si rivelò il portiere con il miglior rendimento della stagione. Un’annata sensazionale che non gli consentì però di essere convocato per gli Europei del 2008 che avrebbe ampiamente meritato. L’anno dopo come secondo fu chiamato Alex Calderoni che tanto bene aveva fatto all’Atalanta. Quella fu probabilmente la miglior coppia di portieri del Torino nell’era Cairo. Purtroppo non basta solo avere buoni estremi difensori e i granata al termine della stagione 2008/09 scesero in B. Sereni comunque rimase nel 2009/10 ma poi scelse di tornare in A nel Brescia.
Nel 2010/2011 ci fu un disastro. Per sostituire Sereni non si scelse un vero e proprio titolare ma furono acquistati tre portieri più o meno allo stesso, basso, livello. Rubinho, Davide Morello e Davide Bassi si contesero il posto da titolare con scarsi risultati. Il Torino concluse il campionato all’ottavo posto in Serie B, secondo peggior risultato della storia granata.
Cairo e i portieri: il titolare del Pizzighettone
Per rimediare agli errori della stagione precedente, il Torino prese in prestito dal Milan Ferdinando Coppola. La squadra di Ventura è stata una macchina perfetta anche e soprattutto nella prima parte di stagione. Coppola non fece mai grandi parate, fortunatamente non ce ne fu bisogno. Dopo 22 giornate e 13 gol subiti si infortunò e i granata si tutelarono con il prestito di Francesco Benussi dal Palermo. Poteva andare peggio, fu Serie A al termine della stagione 2011/12.
Per la massima serie fu scelto il belga Jean Francois Gillet proveniente da ottime stagioni con la maglia del Bari. Grande reattività tra i pali, ma qualche gol di troppo preso per la statura bassa per un portiere. Nell’estate 2013 Gillet fu coinvolto nello scandalo calcioscommesse e squalificato inizialmente per 3 anni e 7 mesi, poi ridotti a 13 mesi. Come secondo era già stato preso Daniele Padelli, mentre per sostituire il belga il Torino seguì tutta l’estate Gianluca Pegolo che aveva fatto una grande stagione al Siena. Pegolo però passò invece al neopromosso Sassuolo e il Toro si accontentò di tesserare Tommaso Berni l’ultimo giorno di mercato.
Nel 2013/14 il numero 1 granata fu quindi Daniele Padelli, che seppur potesse contare su una presenza con la maglia del Liverpool, a 28 anni aveva disputato la sua unica stagione da titolare nel Pizzighettone in Serie C1. Fu però quello l’anno di Cerci e Immobile e nonostante qualche prestazione non impeccabile il Torino raggiunse l’Europa League.
Joe Hart, più carisma che abilità
L’anno successivo termina la squalifica di Gillet, il belga torna titolare in campionato mentre in Europa gioca Padelli. Gillet viene però ceduto al Catania nella sessione invernale del calciomercato e Padelli torna titolare. I granata si giocano ancora l’Europa che viene mancata anche a causa di qualche suo erroraccio come l’autogol clamoroso contro l’Empoli. Padelli resta titolare anche nella stagione 2015/16 e in questo contesto nel Toro giocherà anche l’uruguaiano Salvador Ichazo che per anni resterà oggetto del mistero.
Nel 2016/17 arriva il colpaccio. Il Toro prende in prestito il portiere titolare della Nazionale inglese e del Manchester City, Joe Hart. Diventerà subito l’idolo della Maratona ma più per il carisma che per le sue belle parate. Anzi, di quel discreto portiere britannico sotto la Mole non se ne vede neanche l’ombra. L’inglese viene salutato a fine stagione con l’affetto che si deve ad un amico con cui si sono fatte più marachelle che cose belle.

Da Sirigu ai nuovi errori
Finalmente nel 2017/18 arriva il cambio di rotta. In Piemonte arriva Salvatore Sirigu, ex Paris Saint Germain e nel giro della Nazionale. Quattro anni, di cui i primi tre eccezionali, in cui aiuta il Toro a tornare in Europa e poi a salvarsi in un paio di stagioni deprimenti. Il quadriennio di Sirigu è l’unica esperienza (insieme a quella di Sereni) dell’era Cairo in cui si ha piena fiducia nel portiere. In tutto questo il Toro ha prodotto qualche portiere dal proprio vivaio, ma negli anni non è mai stato preso in seria considerazione: dai fratelli Gomis a Zaccagni, passando per Cucchietti e Gemello.
Nella stagione appena passata il titolare è stato Vanja Milinkovic-Savic, già al Torino dal 2017 con qualche stagione in prestito dove non è mai riuscito ad affermarsi. Viene scelto per le sue qualità con i piedi utili al gioco di Juric. In effetti il serbo con i piedi non è affatto male, ma con le mani non ci siamo. Tanti errori gli costano il posto da titolare in favore di Berisha. Dopo tutti questi errori il Toro avrà capito la lezione? In granata sta per arrivare Dragowski, quindi la risposta è quasi sicuramente no.