Il matrimonio tra Paulo Dybala e la Roma è stato ufficializzato. La Joya è un calciatore giallorosso fino al 2025 con un contratto di 4 milioni all’anno più bonus. Il 28enne argentino he legato la sua carriera indissolubilmente al campionato italiano e alla Serie A in cui è arrivato nel 2012. Dopo 3 stagioni al Palermo sono arriva le sette alla Juventus. Seppur arrivato appena maggiorenne nel nostro paese, Dybala in patria ha riscritto la storia del club in cui ha mosso i primi passi battendo i record che appartenevano a un mostro sacro del calcio argentino. Nella Roma non avrà la numero 10, dovrà accontentarsi della sua 21.
La Joya dell’Instituto, arriva l’italo-polacco da Laguna Larga
La Roma ha messo a segno con ogni probabilità il colpo dell’estate assicurandosi le prestazioni di Paulo Dybala. L’argentino ha firmato un contratto di tre anni con opzione per il quarto da 4 milioni di euro a stagione con un milione di bonus facilmente raggiungibili e altri 500 mila euro di bonus più complicati. Nonostante il parere favorevole di Francesco Totti, Dybala non indosserà la maglia numero 10, ma la 21. Tutti conosciamo La Joya versione italiana da quando 10 anni fa sbarcò a Palermo. Tre stagioni, quella centrale in Serie B, e poi il passaggio nel 2015 alla Juventus con le prime annate davvero esaltanti e una finale di Champions League raggiunta nel 2017. Con la maglia della Nazionale albiceleste è un continuo amore e odio invece.
Paulo Bruno Exequiel Dybala è nato in una piccola cittadina di circa 7 mila abitanti chiamata Laguna Larga, distante 55 km dal capoluogo di provincia Cordoba. Da piccolo ha effettuato un provino per il Newell’s Old Boys, ma la mamma ha preferito poi portarlo all’Instituto, squadra della più vicina Cordoba. A 15 anni Dybala, che ha origini polacche e italiane da parte dei nonni, ha perso il padre. Il piccolo Paulo non ha abbandonato il suo sogno e si è trasferito nella pensione del club, divenendo per tutti el pibe de la pension. Per fortuna ci hanno pensato le sue qualità tecniche a portargli un soprannome più lusinghiero coniato da un giornalista che lo aveva visto giocare: La Joya ovvero il gioiello.
Quando U Picciriddu superò Mario Kempes
Nei 10 anni all’Instituto ha avuto la possibilità di formarsi come calciatore e come uomo. Nel club biancorosso hanno giocato tante personalità di spicco, da Gonzalo Bergessio a Marcelo Bielsa, ma il talento più puro cresciuto nell’Instituto rimane il campione del mondo nel 1978, Mario Kempes. Dybala ha battuto tanti record de El Matador. La Joya è il più giovane calciatore ad aver segnato con la maglia dell’Instituto, il più giovane ad aver disputato 38 partite consecutive in un campionato professionistico, l’unico calciatore del club ad aver segnato per sei giornate consecutive ed il più giovane a realizzare due triplette.
A Palermo per un po’ il suo principale soprannome era stato U Picciriddu, poi a Torino è tornata La Joya. Alla Roma sperano di vedere quei colpi di classe che Dybala ha fatto vedere nel primo triennio in bianconero e a corrente alternata nelle ultime quattro di stagioni. Una piazza per rilanciare un talento puro che non ha ancora compiuto 29 anni. La città eterna ha il potere di farlo, il tecnico José Mourinho può farlo. Dybala in giallorosso potrà ritrovare la felicità di giocare a pallone come per le stradine di Laguna Larga o nella pensione dell’Instituto. La scelta giusta al momento giusto, vedremo se anche il campo sarà d’accordo.