Settimo anello Nba, il quarto negli ultimi 8 anni. I Golden State Warriors espugnano ancora una volta il TD Garden di Boston e chiudono la serie sul 4-2. Per il coach Steve Kerr e per la squadra è stato un titolo sudato, una conquista fatta di tanta consapevolezza. I senatori che tornati insieme hanno dato una mentalità vincente e giocatori che sembravano persi sono stati rigenerati. I Celtics si inchinano ma possono guardare con fiducia al futuro, le loro stelle sono giovani. Immenso come al solito Steph Curry che riceve il premio come MVP della Finals.
Il solito e immenso Steph Curry per i Golden State Warriors
Può sembrare tutto facile guardando le statistiche di questi ultimi anni, ma i Golden State Warriors nel 2019/20 avevano portato a casa solamente 15 vittorie. Sembra passato un secolo da quella squadra priva di certezze. La forza della franchigia di coach Steve Kerr è stata proprio anche la consapevolezza. Quattro anelli in otto anni non si vincono per caso. Per i Warriors quello conquistato contro i Celtics è il settimo titolo Nba della storia. Uno dei più sudati.
Al TD Garden di Boston Curry e compagni hanno vinto per 90-103 mettendo subito le cose in chiaro in un primo tempo chiuso sul +15. La ormai consueta rimonta di Boston nel terzo quarto è rimasta ancora una volta incompiuta. I Warriors la chiudono a gara 6 con il solito e monumentale Steph Curry che viene nominato anche MVP delle finals.
Il ritorno di Thompson, per Boston futuro assicurato
I Golden State hanno saputo aspettare anche i loro senatori. Klay Thompson dopo due anni e mezzo di stop è tornato alla grande, sempre bene poi Draymond Green. Wiggins è stato ripreso quando a Minnesota sembrava perduto, Poole addirittura finito nei Santa Cruz Warriors fino a qualche mese. Proprio loro due qualche ansia ai tifosi l’hanno subito messa perché in una diretta Instagram hanno scherzato tra di loro su chi prenderà più soldi nella prossima stagione in altri lidi.
Boston fallisce il tentativo del grande riscatto, del ritorno al trono che manca da troppo tempo. Ci sono tante cose per cui essere felici però. A partire dalle stelle Brown e Tatum che da incompatibili sono diventati affiatati ed entrambi sono ancora sotto i 25 anni. Se il passato è stato dei Celtics non è detto che il futuro non sia per loro altrettanto lusinghiero.